In questi giorni sarebbe cominciato l’oratorio, preceduto da serate infinite ad organizzare il tutto, non sarei stata sempre presente ma ci sarei stata.
È un appuntamento fisso ogni anno e solo oggi dopo tanto tempo mi rendo conto che quelle giornate sono state una delle cose che più la quarantena mi ha levato, quella spensieratezza quotidiana e la gioia di poter incontrare ogni pomeriggio tutti quei bambini dal più estroverso che non ha bisogno di essere convinto a giocare, a ballare fino al bambino più timido che ha bisogno di qualche giorno per ambientarsi, per convincersi a lasciare la mano dei genitori o dei nonni.
Mi manca imparare l’inno anche se ogni anno arrivo alla festa finale per impararlo tutto e neanche benissimo AAHAHAHAHAHAH.
Mi mancano i miei colleghi animatori, quelli di sempre quelli di una vita e mi mancano persino le new entry che ti fanno incazzare da morire, mi mancano le serate in cui non si andava via se non era tutto pronto per il giorno dopo, mi manca saltellare da cucina a pasticceria a cioccolato per assaggiare qualcosa, mi mancano le merende post-oratorio tra gli animatori.
Insomma mi manca tutto ciò che l’oratorio comporta, esperienze belle e brutte, positive e negative che siano. Sono nostalgica ed oggi forse per la prima volta lo sto dimostrando.
Quest’anno è andata così, posso solo augurare a me e a tutti coloro che ogni anno ci mettono passione di non dover più saltare l’ORATORIO per nessun motivo e soprattutto spero che il prossimo anno sarà un oratorio spaziale perché sarà il primo dopo il COVID, sarà l’oratorio della ripartenza.